Il mondo è pieno di cover imbarazzanti, registrate da artisti imbarazzanti e più o meno tutti abbiamo nella testa qualche decina di esempi.
Siccome le potete trovare tutte in rete, noi abbiamo deciso di rimanere nel nostro stivale, che in più rispetto agli altri paesi deteniene una coriacea dedizione al trash.
Italians do it better diceva Madonna ai tempi di Papa don’t preach, e lei sì che se ne intendeva di merda.
Buon ascolto.
Vasco Rossi: Ad ogni costo (Radiohead: Creep)
Perché tutti se l’aspettano e io la metto per prima. Una bella gara tra chi è più weirdo tra Vasco e Tom. Una cover ancor più onomatopeica di Gli spari sopra (Celebrate degli An Emotional Fish).
Marco Masini: E chi se ne frega (Metallica: Nothing Else Matters)
Un classico. La sfiga che non esprime questa versione di Nothing else matters. Mani strette sulle palle.
Fiorello: Ridi (Scorpions: Wind of change)
Fiorello merita una menzione d’onore. Ora tutti dicono che è il più bravo ma all’epoca era ancora il Fiorello che piaceva a noi, quello del Karaoke, del Canta Tu, ancora sotto con la cocaina. Tra i suoi assi nella manica, indimenticabili hit come Sì o no (Please don’t go) e Ricordati di me (Love is in the air), ho deciso di pescare questa reinterpretazione degli Scorpions perché, in un certo senso, è la più commovente.
Giusy Ferreri: Ciao amore ciao (Luigi Tenco)
Luigi è morto anche per te.
CCCP: Tomorrow (Amanda Lear)
L’idea della trollata con la complicità della Lear è pure divertente, i CCCP sono i CCCP, ma ciò non toglie che la canzone è una merda.
Scialpi: Can’t get out of my head (Kylie Minogue)
Immaginatevi Scialpi preso da Kurt Cobain gay che coverizza Kylie Minogue. Immaginatevi Storace che guarda questo video deglutendo. Immaginatevi Carla Bruni che guarda quest’altro avvicinandosi la mano alla bocca. Ora immaginatevi il nuovo disco di Scialpi che ora si chiama Shalpy e Giovanardi. Ecco. Non è una questione di moralismo, è che se esiste tutto questo la droga è inutile.
Ivan Cattaneo: La tua immagine (Simon & Garfunkel: The sound of silence)
Froceria anni ’80 portami via. Sempre Storace che guarda sto video mentre si carezza l’inguine.
Cristiano Malgioglio: Toglimi il respiro (Berlin: Take my breath away)
Malgioglio in queste cose è un peso massimo. Ero indeciso se inserirlo nella lista o creare un post solamente per lui. Non credo ci sia nulla da aggiungere, se non il mio imbarazzo nel scegliere tra questa cover dei Berlin, Non ti lascerò andare via (Unchained Melody) e Con l’amore addosso (Wonderful Life, molto prima di Giuliano Palma). Ecco tutto.
Gabry Ponte: Geordie (Canto popolare)
Prendetelo come un pezzo da 90 che simboleggia tutto il punz punz italico-coverizzante e fatevelo bastare, perché non c’avevo palle di creare una chart tematica a parte. E comunque no, tecnicamente Geordie non è un pezzo di De Andrè, certe invettive stanno a zero, e non aggiungono niente alla bruttezza di questa canzone e dell’intero Paese.
Gatto Panceri: Alla prossima (The Cure: Lullaby)
Il lolcat della musica leggera italiana.
Negramaro: Meraviglioso (Domenico Modugno)
In realtà io non ce l’ho con i Negramaro, dico solamente che se non ci fossero le televotanti di Amici, qualche terrone di terza media e Roberto Saviano li ascolterebbero in metà. Ovvero qualche giovane elettore del PD, le loro mamme e la comunità gay salentina. Tutto qua.
L’Aura feat. Nek: Eclissi nel cuore (Bonnie Tyler: Total eclipse of the heart)
Così le televotanti di Amici la possono cantare mentre fanno la spesa di sabato mattina con le Crocs e le farfalline nelle unghie senza sbagliare le parole. Magari serve loro per fantasticare amori impossibili e dimenticarsi del fatto che i loro compagni con i peli incarnati sul petto per via della depilazione fatta in casa non sono esattamente uguali a Daniele Interrante.
Jo Squillo: Whole lotta love (Led Zeppelin)
Nel ’90 non era più punk, proprio come Ruggeri, la Rettore, Camerini e qualche altro scappato dall’Aids.
Wilma De Angelis: Dimmelo di sì (Lady Gaga: Bad romance)
Pagare il canone Rai significa alla volte contemplare il duello a distanza tra Raffaella Carrà, forte dell’affetto della comunità gay, e Wilma De Angelis, fiera di esprimere i propri desideri sessuali in sostegno alle donne etero in menopausa che si sentono ancora in grado di dare qualcosa al mondo oltre alla merda che alle sei di pomeriggio devono pulire le loro badanti moldave. E tutto ciò è sempre meglio di Francesco Giorgino che ti dà le ultime sulla crisi di governo e il calcio non giocato di Enrico Varriale.
Mino Reitano: Mino dove vai? (Green Day: Basket case)
Concludere con Mino Reitano significa prendere coscienza con le ultime gesta di un uomo che è venuto meno nell’apice del suo percorso artistico. Vedi le sue ultime interpretazioni di The show must go on e The Final Countdown. Ora in Rai stanno cercando di convincere Carlo Conti che l’alzheimer di Tony Dallara presto gli potrà togliere qualche soddisfazione per il suo prossimo show del sabato sera. Riccardo Cocciante gliel’hanno già fregato quelli di The Voice of Italy.
Fuori concorso i Minnie’s, colpevoli di rifarmi i Clash per le manifestazioni da prima ginnasio, e i Labyrinth che essendo un gruppo ridicolmente metal hanno coerentemente coverizzato i Matia Bazar. E poi molti altri che non sto qui a dire (eccetto i Computers che rifanno Space oddity, versione che piace così tanto al Duca che decide di reinciderla in italiano – #sperimentazioni #wtf).
Ok, lo so che ce ne sono altre centinaia che gridano vendetta, ma non so se avete notato una cosa: in questa chart non ce n’è manco una su De Andrè, Gaber o Rino Gaetano. Ecco, prossimamente renderemo giustizia anche a loro. Stay tuned.
P.S. menzione d’onore a megliodelloriginale.blogspot.it per avermi ricordato certe perle che avevo rimosso e per avermi fatto scoprire altre chicche. Per gli appassionati del genere consiglio anche Orrore a 33 giri.
Fonte: 15 Cover Italiane di merda
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